Sindaci contro l’accorpamento coi carabinieri: “È stato un grande errore”
(FQ) – Va avanti l’esame delle proposte di legge che chiedono la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato, anzi per l’esattezza “l’Istituzione della Polizia forestale, ambientale e agroalimentare nell’ambito dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”. E’ questo, infatti, il titolo delle pdl presentate da Maurizio Cattoi del Movimento 5 Stelle, Silvia Benedetti del Gruppo Misto e Luca De Carlo di Fratelli d’Italia e di cui vi abbiamo già dato conto su questo giornale. Siamo in fase di audizioni: diversi soggetti istituzionali e non verranno ascoltati sui risultati dell’accorpamento del Corpo forestale all’Arma dei Carabinieri realizzato nel 2016. Ha funzionato? La prevenzione è assicurata? Il prossimo mercoledì alle 14 saranno ascoltati in Parlamento, virtualmente si intende, rappresentanti dell’Associazione nazionale forestali (Anfor) e della Federazione per la rinascita forestale e ambientale (Fe.R.F.A.). Ma la lista degli auditi è lunga: dal comando generale dell’Arma, ai vertici della Polizia di Stato, dai Vigili del Fuoco al ministero dell’Agricoltura, dalle associazioni ambientaliste ai rappresentanti del mondo scientifico e accademico.
Una indagine a tutto tondo che prenderà il suo tempo per una attenta verifica dell’impatto fin qui avuto dalla decisione di cancellare lo storico Corpo della Forestale assimilandolo all’Arma. Una operazione che ha comportato la militarizzazione dei custodi dei nostri parchi e che anche secondo molti sindaci non funziona. “E’ stato una grande errore, una fusione a freddo che ha comportato la dispersione di competenze e professionalità specializzate nella salvaguardia dell’ambiente e dei territori”, dice al fattoquotidiano.it Pierluigi Biondi, sindaco di una grande città, ferita dal terremoto, L’Aquila. “Mi auguro che il Parlamento affronti quanto prima questa criticità: il Corpo Forestale dello Stato rappresenta un bagaglio di preziose conoscenze quanto mai necessarie per le attività di prevenzione soprattutto in un’area come la nostra strettamente connessa con il Parco Gran Sasso-Monti della Laga. L’estate scorsa, purtroppo, abbiamo visto da vicino gli effetti drammatici dei nuovi assetti: migliaia di ettari di bosco andati in fumo nella frazione di Arischia e nei popolosi quartieri di Pettino-Cansatessa”.
Giuseppe Paolini, sindaco di Isola del Piano e presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, dice di aver visto all’opera i Forestali per tutta la vita, “loro svolgono la loro azione meticolosa, attraverso la conoscenza di ogni angolo di un bosco, ogni ciglio di strada. Me li ricordo in azione nel 2012 quando venimmo sepolti dalla neve: erano addestrati e pronti ad un lavoro che richiede empatia massima con i luoghi e le persone, diversa da quella necessaria ad un Carabiniere, con tutto il rispetto per la funzione che svolgono i Carabinieri che sono un corpo militare. Ma a noi sui territori servono le divise verde della Forestale”. Michele Patruno, sindaco di Spinazzola, nella Provincia di Barletta, Andria e Trani, dice che prima vedeva i Forestali girare tutti i giorni: “Li chiamavo e loro arrivavano. Ora non li vedo più in giro e se ho bisogno di loro devo passare attraverso la catena di comandando dei Carabinieri. È assurdo che non si occupino più di domare un incendio, insomma per noi la scomparsa della Forestale è stata un gran danno”. Mariano Calisse, sindaco di Borgorose e presidente della Provincia di Rieti, sostiene che “il nuovo ordinamento toglie potere decisionale ai Forestali. Quando c’è un incendio chiami la sala operativa, viene nominato un responsabile che viene da chissà dove e passano ore prima che si faccia una idea dei luoghi colpiti che non conosce. Nella nostra Provincia ci sono 73 comuni, le assicuro che oltre il 90% le dice la stessa cosa: il Corpo Forestale prima funzionava ora no”. Diverse mozioni sono state presentate nel Consigli comunali italiani e petizioni da parte di consiglieri regionali di Lombardia e Campania perché si cambi: un gran movimento che dovrà vedersela con chi non vorrebbe modificare nulla. A cominciare, ovvio, dalla Benemerita.