In riscontro a successiva richiesta dello SM – Ufficio OAIO del CUFA (cfr. Foglio Nr. 85/11-1 di prot. datato 14 novembre 2019) – addirittura postuma rispetto alla consegna dei giustificativi di spesa da parte dei militari dei Nuclei CITES – di avanzare motivate proposte sull’utilizzo dell’abito borghese in servizio, il Raggruppamento CC CITES, con Foglio Nr. 114/14-8 di prot. datato 22 novembre 2019, afferma esservi un sostanziale bilanciamento fra attività di controllo amministrativo e di polizia giudiziaria nell’attività CITES, mentre risulterebbe essere prevalente l’attività di controllo amministrativo rispetto alle attività investigative nel settore FLEGT-EUTR. In virtù di tale risposta, che si contesta nel merito e nelle tempistiche, il personale in forza ai Nuclei e Distaccamenti CITES, tra l’altro dopo aver percepito il rimborso delle spese sostenute nell’anno 2019 per l’acquisto di abiti civili, pur essendo parte attiva di una struttura altamente specializzata, è stato inspiegabilmente escluso dall’elenco dei militari autorizzati permanentemente a vestire l’abito borghese.
Premesso che l’impulso e lo sviluppo dell’azione investigativa sono raggiungibili grazie ad indirizzi operativi precisi e a dotazioni strumentali appositamente fornite, così come previsto anche dalla manovra ordinativa di 2° tempo, si chiede di avviare apposita verifica sulla reale esistenza di un bilanciamento tra lo svolgimento di compiti amministrativi e attività investigative, tale da far escludere i militari in forza ai Nuclei e Distaccamenti CITES dall’elenco dei militari autorizzati permanentemente a vestire l’abito borghese. Si specifica che prima dell’assorbimento del CFS tale circostanza non è mai stata rilevata per i reparti territoriali/doganali CITES.
Si cogli l’occasione per avere chiarimenti sulla genesi di questa eventuale “deriva amministrativista”, sicuramente da invertire, ritenendo improbabile che derivi da linee guida impartite a livello di Comando Generale.