STATI GENERALI SINDACATI MILITARI |
Si sono appena conclusi i lavori degli Stati Generali dei Sindacati Militari a cui 18 sigle, da poco istituite nella compagine militare, hanno dato il proprio contributo. Questo importante evento, ricco di contenuti e con la partecipazione di personalità di rilievo del mondo accademico, della politica e dei sindacati di altri settori, è stato organizzato con lo scopo di sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sull’urgenza di una Legge che regoli i rapporti sindacali nelle Amministrazioni a carattere militare. L’assenza di regole comporta che nel terzo millennio ci siano ancora Lavoratori, ancorché militari, a cui non sono garantite le tutele che le normative nazionali e internazionali già imporrebbero.
Nel corso del dibattito è stato evidenziato come, fra le sigle partecipanti, la sola ASSO.MIL. possa già vantare esperienze sindacali, essendo composta da ex dirigenti sindacali del Corpo forestale dello Stato. Tale peculiarità sarà un valore aggiunto al neonato cartello sindacale. Proprio in virtù dell’esperienza pregressa, nel corso del suo intervento, il Presidente pro tempore di ASSO.MIL. ha ricordato che fidarsi ciecamente di interlocutori che già in passato si sono rivelati poco affidabili, potrebbe esporre il cartello ad una strategia sbagliata, con il rischio di alimentare false aspettative che si tradurrebbero in profonde delusioni. E’ stato evidenziato che quella politica che oggi a parole dice di voler garantire le tutele sindacali è la stessa che le ha tolte a chi già le aveva, militarizzando coattivamente il Corpo forestale. È stato inoltre ricordato che i Sindacati di Polizia, che oggi, con un evidente tentativo di strumentalizzazione allo scopo di rivendicare maggiori tutele sindacali, definiscono scempio l’assorbimento del C.F.S., sono gli stessi che all’epoca della militarizzazione forestale non fecero niente per aiutare a contrastare il progetto, nonostante le diverse richieste di sostegno.
E’ stato anche sottolineato che il pluralismo sindacale, più volte osteggiato dai politici intervenuti, deve invece essere difeso e garantito perché è indice di democrazia: solo con un confronto, il più esteso possibile, i margini di crescita aumentano e si velocizzano. D’altra parte, con l’imporsi di una o poche sigle, lo spettro del “sindacato giallo” potrebbe materializzarsi con estrema facilità.
ASSO.MIL., forte della propria esperienza, ha ricordato che ci sono profonde differenze fra rivendicare astrattamente la possibilità di svolgere attività sindacale e farla a tutti gli effetti, ha inoltre evidenziato che se andrà in porto il D.D.L. attualmente in discussione, sarà impossibile garantire le tutele al personale: il progetto di Legge infatti imbriglia in maniera spaventosa l’attività sindacale e nel caso venga approvato dal Parlamento, potrebbero volerci decenni per i necessari correttivi, attesi i lunghi tempi dei contenziosi in Italia.
“ILLUSTRI” ASSENTI |
Mentre molte sigle sindacali si sono prodigate per trovare una convergenza allo scopo di sensibilizzare la politica sul futuro del mondo sindacale, mettendoci la faccia e investendo molto del proprio tempo (attualmente la sola possibilità per il personale di fare sindacato è in licenza ordinaria) e delle proprie risorse economiche, ci sono sigle che hanno “snobbato” il lavoro fatto, non limitandosi a declinare gli inviti alla partecipazione, fatto di per sé che già la direbbe lunga.
Nel rispetto delle scelte di ognuno, è obbligo evidenziare che la sindacalizzazione militare potrà magari essere rallentata, ma mai fermata e chi si sta adoperando per fare il gioco della controparte, probabilmente non ha davvero a cuore la tutela del personale, quanto piuttosto il mantenimento di uno status che garantisce diversi benefici a pochi soggetti. Gli Stati Generali hanno portato alla luce, semmai ce ne fosse bisogno, la vera natura di questi “sindacalisti”, dimostrata prima con la loro mancata partecipazione e poi con dichiarazioni e commenti inappropriati.
Non mancheranno occasioni per dar modo ad “illustri” assenti di ricredersi e unirsi alla lotta comune, anche se dubitiamo fortemente che vorranno castrarsi da soli. La sindacalizzazione determinerebbe la fine di un sistema inadeguato che va avanti da oltre quarant’anni ma che “ha dato loro tanto”. Logico supporre che questi figuri vogliano continuare a “ricevere”, difendendo lo status quo, nonostante provino a mischiare le carte, o i cappelli.
SAN GIOVANNI GUALBERTO |
Anche quest’anno, il 12 luglio, si è svolta la cerimonia di commemorazione del Santo patrono dei Forestali nella consueta cornice di Vallombrosa. Pur apprezzando le parole del Comandante Generale che ha tributato ai forestali il riconoscimento e l’apprezzamento per la passione con cui svolgono il proprio servizio, oltre a lodarne le indubbie capacità professionali, l’assenza di uniformi grigioverdi rinnova malinconia e dolore per chi ha subito lo scellerato assorbimento.
Siamo certi che la sensibilità mostrata dall’attuale Comandante Generale sui temi ambientali sarà d’aiuto affinché “le sentinelle della natura” siano messe in condizione di operare con serenità. È un dato di fatto che chi sta bene rende al meglio e, a distanza di oltre quattro anni e mezzo, sembra che nell’ambito della gestione del personale i livelli che erano stati raggiunti nell’oramai disciolto Corpo forestale dello Stato siano ancora obiettivi lontani, con ovvie ripercussioni in ogni ambito, non solo lavorativo.