RIUNIONE SEGRETERIA |
Si è riunita la segreteria nazionale ASSOMIL per fare il punto della situazione e concordare strategie per il prosieguo dell’attività sindacale. L’aumento Degli associati ha determinato la decisione di allargare il numero di dirigenti sindacali individuando almeno un referente per ogni regione, oltre ad Attribuire compiti specifici anche in seno alla stessa segreteria, in modo da strutturarsi compiutamente in visione della prossima emanazione della legge in materia.
Nonostante ancora oggi e con colpevole ritardo, non sia stato dato seguito alla sentenza 120/2018, l’entusiasmo e la voglia di aiutare i colleghi prevale sulla mancata disponibilità di mezzi per farlo (vedi i permessi sindacali). Tutti noi saremo costretti ad usufruire delle nostre ferie (le chiamiamo così perché licenza ordinaria non rende in pieno l’idea) per fare attività sindacale, ne siamo orgogliosi, ma anche questo indica quanto bisogno ci sia di figure di riferimento a tutela del personale.
Ed ASSOMIL con i propri dirigenti c’è!
Proprio oggi ricorre un anno da quando abbiamo ricevuto l’assenso ministeriale per poter svolgere attività sindacale. Un anno importante, i colleghi avevano bisogno di un punto di riferimento per rivendicare i loro diritti e il consenso che ci hanno accordato è la cartina di tornasole.
C’era bisogno di Sindacato vero e noi ci siamo messi in gioco perché i diritti non si barattano!!!
NESSUN DAZIO PER GLI ERRORI ALTRUI |
Tra le tante brutte sorprese che il 2017 ha riservato al personale dell’ex Corpo forestale dello Stato, c’è stata anche quella di aver scoperto di essere in debito con l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
L’Amministrazione infatti non aveva correttamente calcolato l’importo dei contributi per il periodo 2009-2016, praticamente omettendo di effettuare versamenti previo trattenute dalla retribuzione mensile.
Stiamo parlando della famigerata maggiorazione del 15%. Non entriamo nei tecnicismi, ma facciamo un po’ di ripasso delle puntate precedenti.
Una volta scoperto “l’inghippo” era stato fatto frettolosamente un ricalcolo dei contribuiti mancanti, il personale era stato chiamato a firmare un documento in cui gli si prospettava l’entità complessiva di quanto avrebbe dovuto, di sua tasca e per colpe non sue, pagare all’INPS per ripianare la situazione. Fin qui la storia è nota.
ASSO.MIL. ancora non esisteva, ma grazie alla precedenti esperienze sindacali, per le vie informali e brevi avevamo già messo in guardia il personale e suggerito di firmare tale documento con riserva, contestualmente alla richiesta del dettaglio del conteggio che, come poi riscontrato, pareva erroneo in molti casi. Di fatto prendendo tempo affinché la situazione potesse essere analizzata più nel dettaglio.
Con soddisfazione veniamo a sapere, grazie alla nota n. 6/367/1-105-65 di prot. 2015 della Direzione di Amministrazione del Comando Generale dell’8 marzo 2022, inviata, tra gli altri anche all’Ufficio Personale del CUFA, che dovrà essere l’Amministrazione a farsi carico dei contributi mancanti, senza che da questo derivi un aggravio sulla busta paga dei dipendenti.
La giurisprudenza infatti ha già in passato messo in evidenza che non deve essere il Lavoratore a sopperire i ritardi o le omissioni dei pagamenti dei contributi ad opera del Datore di Lavoro.
Il buon lavoro paga sempre, a maggior ragione quando si invoca il buon senso, ricorrendo anche a piccoli escamotage utili a trovare le migliori soluzioni per il Personale, sempre e solo nel rispetto delle norme vigenti.
SEGNALI ALLARMANTI |
Nonostante alcune “narrazioni” siano diverse, l’assorbimento del CFS nell’Arma dei Carabinieri non è stato mai davvero digerito da chi lo ha dovuto subire. Le manifestazioni di malessere sono palesi e non vengono viste solo da chi è cieco o in mala fede. Si dovrebbe riflettere profondamente sul perché tanti colleghi Forestali inseguano il passaggio nei ruoli civili della difesa come via di fuga da un sistema che non sentono proprio. Si è disposti a barattare sette anni in più di permanenza nel mondo lavorativo pur di uscire da un contesto in cui si è stati catapultati forzatamente con una sorta di ricatto occupazionale. Invitiamo quindi tutti alla riflessione, prestando maggiore attenzione ai segnali di malessere, affidandosi all’intelligenza ed alla sensibilità piuttosto che alle sanzioni (a alla minaccia di sanzioni) disciplinari.
È arrivata l’ora di analizzare seriamente e a 360° ogni segnale di disagio. Non si può sperare che le sofferenze e le preoccupazioni dei nostri colleghi restino sopite per sempre. Non si può pensare che la soluzione sia la quiescenza, o peggio, il lasciar transitare in altre amministrazioni il dipendente che magari, se ascoltato, se capito, può continuare a dare il proprio contributo. Non è più ammissibile continuare a leggere notizie tragiche a proposito di nostri colleghi, che presi da un momento di sconforto, compiono un gesto estremo.
Chi ha l’ambizione di rappresentare il personale ha il dovere di non trascurare nulla e di far presente, prima che sia troppo tardi, ogni minima avvisaglia di malessere ai Vertici, anziché continuarli ad incensare.
Noi le nostre denunce le abbiamo sempre fatte, continueremo a farle senza mai tirarci indietro, ma affinché vadano in porto serve il sostegno di tutti, specialmente quello di coloro che si rivolgono a noi per chiedere aiuto: più saranno le persone che rappresentiamo, più avranno peso le nostre parole.
FESTA DEL PAPÀ |
ASSO.MIL augura a tutti i papà, siano essi in uniforme o meno, di trascorrere la giornata a loro dedicata nella massima serenità al fianco dei loro cari.
Ci sono tante cose di cui i nostri militari hanno bisogno. In questa giornata particolare ci viene in mente che da quest’anno, con la nuova legge di bilancio, sono diventati effettivi e non più sperimentali il congedo obbligatorio e il congedo facoltativo: istituti alternativi al congedo di maternità della madre, di cui “quasi tutti i padri lavoratori dipendenti” potranno avvalersi entro il quinto mese di vita del proprio figlio. In parole povere “quasi tutti i padri lavoratori dipendenti” possono fruirne in caso di nascita, adozione, affidamento o collocamento temporaneo di minori. Insistiamo volutamente nello scrivere “quasi tutti i padri lavoratori dipendenti” per un semplice motivo: per i militari, infatti, non è ancora previsto questo tipo di licenza. Siamo un Sindacato nato da poco, ancora piccolo, ma abbiano grandi ambizioni, e chiederemo a gran voce, fino a che non saremo accontentati, che l’Amministrazione si spenda affinché un
diritto così importante, come quello per un padre di poter stare accanto al proprio figlio nei primi mesi di vita, sia esteso anche all’Arma dei Carabinieri. Pretendiamo che il benessere del personale sia tutelato nei fatti e non solo nelle parole. E per star bene, a volte basta davvero poco, anche solo avere la possibilità di stare a casa con la propria famiglia.