La nota n. 39/8 del 14 giugno 2022 del CUFA – SM – Ufficio Personale, evidenzia come l’avvicendamento della linea di comando comporti importanti variazioni interpretative riguardo le norme da applicare. In questo caso, addirittura sì è del tutto smentito quanto stabilito fin’ora, anche grazie a dei chiarimenti forniti dall’ dall’Ufficio Legislazione (nota nr. 20/3 del 25 febbraio 2019 del Comando Generale dell’arma dei Carabinieri – SM- Ufficio Legislazione) che aveva definito il 5 luglio 2010 il “giorno zero” per iniziare a riconoscere come validi i periodi di comando prestati presso le Stazioni Forestali.
Il continuo cambio delle regole, peraltro con tempistiche discutibili, oltre a generare confusione, è causa di evidenti discrimini fra il personale, di cui l’Amministrazione si dovrà fare carico. Nella “migliore delle ipotesi” quest’atteggiamento provocherà malessere nella truppa, nella peggiore si possono paventare i rischi di importanti contenziosi, anche perché la nota del 14 giugno non risulta esser stata diramata al di fuori delle strutture del CUFA.
Si pensi a chi, con le attuali regole, avrebbe potuto vincere i precedenti concorsi e che, oggi, si trovi in condizione di poter rientrare in graduatoria ma con le posizioni di impiego oramai saturate dalle procedure precedenti. Probabilmente sarebbero servite meno leggerezza e superficialità nel valutare, sempre sia stato fatto, le possibili conseguenze di modifiche delle regole. Sarebbe bastato avere l’accortezza di studiare ipotesi che potessero offrire adeguate garanzie a tutti, soprattutto a chi sinora è stato penalizzato. Senz’altro si sarebbe evitato di alimentare le ataviche chiacchiere secondo le quali “i concorsi hanno nome e cognome”.
Ma oltre a quanto sopra segnalato non vorremmo trovarci a riscontrare anche forzature rispetto alle assegnazioni di fine corso, dato che è stato evidenziato un alto ed inusuale numero di rinunce, dovuto probabilmente alle posizioni di impiego disponibili e non gradite a molti concorrenti.
Sarebbe a dir poco antipatico segnalare assegnazioni in sedi dove le dotazioni organiche, sia per ruolo che nel totale, sono fortemente soprannumerarie. Questo rappresenterebbe infatti un vero schiaffo in faccia per quanti hanno già preso la decisione di rinunciare per problemi di reimpiego nella sede di provenienza o nelle sedi appetite.
Eventuali forzature nelle assegnazioni comporterebbero un ulteriore aggravio sulla già devastata situazione inerente la mobilità forestale: andare a rimpinguare sedi già fortemente soprannumerarie comporterebbe un ingessamento in merito ai trasferimenti, come già abbiamo evidenziato in molteplici altre occasioni.
Purtroppo o per fortuna, le modalità lavorative di strutture militari gerarchicamente strutturate devono organizzare la propria attività sulla scorta dei ruoli professionali e dei gradi previsti e non tanto sulle peculiarità delle singole persone. Questo aspetto se da un lato rappresenta un limite, dall’altro dovrebbe evitare che si verifichino i classici favoritismi derivanti da simpatie o altro, che poco hanno a che vedere con oggettività e trasparenza.
Per correttezza deontologica si informa che daremo mandato al nostro studio legale per assistere gratuitamente i colleghi che dovessero trovarsi penalizzati da decisioni non rispettose delle attuali regole.
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