Con nota n. 4/1-14-2-2020 in data 11 maggio 2022, l’ufficio in indirizzo istruiva ogni Comando affiancato affinché le autorizzazioni alle trasferte dei delegati della Rappresentanza Militare che rivestano cariche dirigenziali in seno alle APCSM venissero rilasciate in modo da garantire la massima terzietà.
In sostanza veniva esplicitato di evitare che uscite della Rappresentanza Militare fossero finalizzate ad attività sindacale mascherata, e nemmeno tanto, svolta con i soldi dei contribuenti, qualora i “gitanti” appartenessero tutti alla stessa sigla sindacale.
Atteso che siamo a conoscenza di presenze di delegati Co.Ce.R. ad eventi istituzionali, peraltro sfoggiando spille di chiaro riferimento sindacale, tutti appartenenti alla stessa APCSM, vorremmo capire chi e come dovrebbe esercitare il controllo in materia per garantire un minimo di rispetto delle regole, atteso che confidare nell’etica professionale di taluni è puramente chimerico.
Dopo aver assistito a violazioni di ogni tipo, alcune ancora in essere, da parte di alcune nuove APCSM, ancora riusciamo a meravigliarci di certi comportamenti perpetrati da chi dovrebbe essere esempio di rispetto delle regole, prima come Carabiniere e poi come portatore di interessi collettivi.
Probabilmente la spasmodica ricerca di visibilità, la presunzione di poter godere di trattamenti privilegiati in forza di cariche rivestite, il mancato controllo da chi dovrebbe farsi garante di un’equità lungi dall’essere raggiunta, potrebbe dar adito a forme di delirio di onnipotenza.
Già le difficoltà a svolgere attività sindacali sono molteplici per i noti limiti ancora previsti. Dover competere con comportamenti che non rispecchiano correttezza, onestà intellettuale e lealtà può diventare difficilmente sostenibile per chi si attiene a quanto previsto.
Per quanto sopra si chiede una maggiore attenzione alla problematica, anche per non vanificare le disposizioni emesse da Uffici del Comando Generale di cui potrebbe venir minata la credibilità.
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