Come ripetutamente e, almeno sinora, inutilmente segnalato con precedenti note (2021/11/11 del 25.11.2021; 2022/02/06 del 23.02.2022; 2022/12/02 del 20.12.2022) e con numerose interlocuzioni verbali, il personale impiegato presso il CUFA sito in Via Carducci 5 non pare godere delle giuste attenzioni in merito al relativo benessere, fatto salvo pochissimi eletti.

Della “sala ristoro” (impropriamente definita “sala benessere”nelle precedenti note) pare si siano perse le tracce nonostante atti dispositivi, promesse, interessamenti di circostanza, sopralluoghi e preventivi.

Il ripristino dell’Infermeria Presidiaria pare utopia pura senza un adeguato potenziamento del personale medico che, allo stato dei fatti, pare non rivestire una priorità. D’altra parte anche la riassegnazione ad altre IP del materiale tecnico e sanitario, che sarebbe servito al funzionamento del presidio in seno al CUFA, pare testimoniare quali siano le reali volontà dell’amministrazione.

Nel frattempo non sono mancate opere infrastrutturali di ogni tipo, già oggetto di segnalazioni nelle note citate, sempre a beneficio di pochi e, talvolta, a discapito di molti. Negli ultimi sei anni, ovvero dopo l’assorbimento del CFS nell’Arma dei Carabinieri, il palazzo di via Carducci 5 pare aver subito più interventi che in tutta la sua storiacon impegni di spesa che certo non sembrano ossequiosi delle finalità alla base della riforma Madia: presunti risparmi che ancora non si riescono a percepire. 

Da quanto ci è dato sapere, fra solo due anni il palazzo sede del CUFA assumerà la connotazione di “edificio storico” e pertanto soggetto ad ulteriori vincoli per i successivi interventi, semmai ne potranno essere sostenuti ancora. Laddove si volesse veramente ripristinare l’Infermeria Presidiaria e realizzare la tanto promessa sala ristoro (magari tralasciando parquet, arredi e finiture ad uso di singoli)riteniamo che i tempi per intervenire siano oltremodo maturi senza ulteriori rinvii.

Nel caso invece le intenzioni siano altre, si prega di volerle esplicitare a chiare note in modo da non far percepire al personale di essere preso in giro da false promesse e discorsi di circostanza.