Come noto il riordino dell’organizzazione FAA ha previsto, fra le altre cose, il cambio di nomenclatura delle già “Stazioni Carabinieri Forestale” in “Nuclei Carabinieri Forestale” e delle già “Stazioni Carabinieri Parco” in “Nuclei Carabinieri Parco” a partire dal 1 settembre 2023.
Purtroppo, nonostante le comunicazioni fornite dall’Ufficio OAIO del CUFA già il 22 maggio u.s. e il 3 luglio u.s. pare non ci sia stata la dovuta attenzione affinché venissero evitati i prevedibili problemi che oggi si stanno configurando.
Oltre a coloro che hanno dato disposizioni solo il 31 agosto per poi organizzare riunioni informative il 6 settembre (Gruppo Forestale di Roma), riceviamo continue segnalazioni per cui i colleghi in servizio nelle strutture interessate si trovano a “navigare a vista” come sovviene ad amministrazioni che non brillano in organizzazione, cosa certo che non si addice all’Arma dei Carabinieri.
La mancanza di disposizioni certe, univoche e definitive ha gettato nel caos chi, ad oggi, non sa come comportarsi e cerca di fare del suo meglio sperando che dalle carenze altrui non scaturiscano ripercussioni anche di natura disciplinare: un aspetto da considerare vista la facilità con cui vengono avviati procedimenti da molti ufficiali RFI, magari per i ritardi nelle comunicazioni del cambio di nomenclatura alle altre amministrazioni di cui è stata data disposizione solo il giorno antecedente.
Anche l’abbassamento del livello di accesso alla rete internet subita dai comandanti dei Nuclei, oltre a inibire possibilità investigative e di lavoro ordinario, sembra presagire che i Nuclei siano destinati al sottordine di altre strutture, forse le Stazioni della Territoriale, riducendo drasticamente la propria autonomia. Ma oltre a quanto sopra evidenziato si vorrebbe sapere se il cambio di nomenclatura, sbandierato come una possibilità in più per i Forestali soprattutto in ordine ai vincoli derivanti dal nome “Stazione”, dia luogo a variazioni in ordine alle seguenti tematiche:
- obbligo di permanenza nelle sedi a seguito di trasferimento, oggi previsto in quattro anni, (vincolo già superato anche prima del cambio di nomenclatura per un trasferimento verso la Calabria dalla Lombardia);
- alloggi di servizio;
- articolazione dell’orario di servizio (organizzazione su cinque giorni);
- servizio 1515;
- dotazione organica (propedeutica alla mobilità);
- indennità di comando (già esclusa nel contratto e sanata parzialmente con il FESI).
Si rammenta che le tematiche in oggetto, sulle quali non è stata fatta alcuna chiarezza, incidono in maniera determinante sulla serenità lavorativa dei militari che, già adesso, stanno vivendo un momento di sbandamento a causa dell’evidente superficialità con cui è stato gestito un cambiamento radicale che si è provato a sminuire con scarso successo.
Ancora una volta, purtroppo, dobbiamo constatare che le attenzioni verso i Forestali non sono adeguate al servizio che gli stessi rendono, ingenerando senso di sconforto fra i militari della specialità.
Si confida in rapide e chiare disposizioni che chiariscano tutti gli aspetti sopra evidenziati e che possano evitare disparità di trattamento derivanti da possibili interpretazioni dalle varie catene di comando.