Il processo di riorganizzazione della specialità forestale, iniziato con l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato e mai fermatosi, pur con altalenante interesse, pare giunto ad un serio punto di svolta con la razionalizzazione delle strutture insistenti sul territorio. Da tempo si vociferava di una riduzione dei Gruppi forestali, ad oggi presenti in ogni provincia del Paese, per accorpare i più piccoli fra di loro al fine di ottimizzare la gestione di strutture e risorse, sia umane che economiche.
Pur non avendo riscontri ufficiali di quali Gruppi verranno chiusi e assorbiti, causa di un colpevole quanto ingiustificato mancato coinvolgimento delle VERE rappresentanze del personale (che dopo la sentenza 120/2018 possono essere individuate solo nelle APCSM), qualche notizia è trapelata e non è affatto rassicurante.
Alcune scelte, se confermate, parrebbero andare a complicare la già sofferente specialità forestale in termini di logistica, atteso che la quasi totalità delle Stazioni Forestali risultano ubicate in aree rurali già molto distanti dal relativo capoluogo di provincia, sede naturale del Gruppo di riferimento. Cambiare la sede del relativo Comando, ancorché nella provincia limitrofa, significherebbe creare una distanza quasi incolmabile per la funzionalità dei rapporti fra Gruppo e Stazione, con evidenti ripercussioni logistiche ed economiche, con conseguente sensazione di abbandono a se stesse per le strutture più distanti.
Ma quello che più ci preme è la tutela del personale pertanto, in questa fase, ci preoccupiamo principalmente dei militari che dovranno essere reimpiegati in altre strutture e dei relativi possibili scenari che verranno a configurarsi, non dimenticandoci, al contempo, delle Stazioni Forestali che perderanno il naturale e storico Comando di riferimento.
Giova ricordare che i militari impiegati ai Gruppi sono contraddistinti da una età media discretamente alta, con situazioni familiari avviate e conclamate che necessariamente dovranno essere considerate e, certamente, non in maniera secondaria.
Per questi motivi, a nostro avviso, dovrà essere fatta una ricognizione su base singola, magari coinvolgendo i Sindacati, per conoscere le singole problematiche e favorirle quanto più possibile, siano esse legate alla logistica (leggasi permanenza nella stessa provincia), siano esse legate al tipo di attività svolta (mantenimento di incarichi amministrativi anche a dispetto della sede), siano esse l’occasione per ottenere un trasferimento agognato e mai ottenuto.
Tags: