Rimborso IRPEF |
Molti carabinieri hanno segnalato il mancato rimborso IRPEF nella busta paga di luglio, nonostante la procedura per la presentazione della dichiarazione dei redditi fosse stata ultimata già a maggio scorso tramite l’inserimento online nel portale dell’Agenzia delle Entrate.
Per capire la natura del problema molti colleghi hanno contattato il numero verde del CNA di Chieti ma non si è riusciti a capire cosa fosse accaduto, in alcuni casi ricevendo risposte alquanto elusive e poco professionali.
Per fare chiarezza ci siamo attivati con l’Agenzia delle Entrate che ha dato riscontro di aver trasmesso quanto necessario per permettere l’erogazione del rimborso IRPEF già a luglio per coloro che avevano ultimato la procedura di inserimento dati a maggio, smentendo ogni altra informazione in merito.
Nel rimpallo delle responsabilità di certo restano le conseguenze per tutti quei militari che contavano su una boccata di ossigeno nel mese di luglio pertanto abbiamo chiesto direttamente alle massime autorità del Governo di farsi parte diligente per interessarsi alla questione, magari favorendo una emissione straordinaria del rimborso IRPEF.
Consigliamo a tutti i colleghi che si trovano nella situazione descritta di non accontentarsi delle prime spiegazioni ricevute, approfondendo la tematica direttamente con l’Agenzia delle Entrate per avere il reale quadro della situazione.
Un po’ di chiarezza |
Che la materia sindacale fosse per lo più sconosciuta nella compagine militare lo abbiamo ripetuto più e più volte.
Purtroppo alcuni “sindacalisti”, confidando nella diffusa ignoranza in materia, contribuiscono a creare confusione con divulgazione di notizie false e tendenziose, ovviamente strumentalizzandole per proprio tornaconto.
Contrariamente a quanto sostengono molti esponenti delle sigle che quest’anno sono rappresentative, l’attività sindacale non è riservata solo a loro. E oseremmo dire per fortuna, visto quanto accade al tavolo del rinnovo contrattuale, unico tavolo di contrattazione realmente avviato che sta denunciando tutta l’inesperienza dei novizi partecipanti.
Chiariamo subito che la differenza fra chi è rappresentativo e chi ancora non lo è risiede principalmente nella possibilità di partecipare ai tavoli di contrattazione e nella possibilità di attingere alle prerogative sindacali (distacchi e permessi), queste ultime forse il primo interesse di molti “sindacalisti” oggi rappresentativi.
Anche i sindacati che non hanno raggiunto la prevista quota per essere rappresentativi possono interloquire con l’Amministrazione, con il Governo, con la stampa e promuovere tutte le azioni ritenute necessarie per la tutela del personale. Non dimentichiamo che siamo in un periodo transitorio che prevede la rilevazione deleghe ogni tre anni (la prossima a maggio 2025) che, visto il progressivo aumento delle soglie percentuali da raggiungere, potrebbe offrire scenari diversi dagli attuali.
L’attività sindacale non è certo mistificare la realtà o aggirare le norme a proprio uso e consumo, spesso anche impunemente! E nemmeno cambiare continuamente posizione sulle varie tematiche a seconda della convenienza, raccontando quello che gli uditori vogliono sentirsi dire.
Concetti racchiusi nell’etica e nella deontologia che pare scarseggino in alcuni soggetti.
Il tempo farà calare la maschera ai tanti “sindacati” che attirano iscritti con specchietti per allodole, dalle promesse di facili e gratuiti ricorsi (senza magari offrire garanzie e tempistiche certe) ad offerte di pacchetti finanziari “vantaggiosi”, passando per autoglorificazioni spesso smentite dai fatti, senza tralasciare i classici favori di bottega. E chissà quanto altro ancora!
Serietà, competenza e professionalità sono gli elementi su cui poggia l’attività di Asso.Mil. e certo non saranno le cialtronerie dette da qualche sedicente sindacalista ad impedire che vengano usate per la tutela del personale.