Assomil informa
Rinnovo contrattuale

Sono sempre più insistenti le richieste di informazioni sul rinnovo contrattuale che pare però essere giunto ad un punto di stallo, e non solo per colpa del periodo estivo. Sta di fatto che comunque le vacanze non ostacolano la diffusione di fake news anche su questo argomento.
La giostra delle ipotesi riguardo gli aumenti stipendiali sta generando confusione e false aspettative, soprattutto se in assenza di notizie chiarificatrici da parte dei partecipanti al tavolo di contrattazione che, oltre a chiedere più stanziamenti, non sembra riescano a proporre adeguate piattaforme contrattuali o soluzioni alternative per uscire da una situazione di impasse probabilmente comoda ai più.
Prevedibilmente la sottoscrizione del contratto verrà procrastinata sino alla fine dell’anno in modo tale da contingentare al massimo i tempi per la contrattazione e offrire così ad entrambe le parti le solite giustificazioni di circostanza rispetto agli scarsi risultati sia in ambito economico che giuridico.
Un minimo di esperienza sindacale avrebbe suggerito di proporre in questo frangente alcune modifiche al quadro normativo (come fatto dai sindacati delle FFPP ad ordinamento civile) per migliorare quanto più possibile le condizioni lavorative dei militari, oltre a premere per chiudere quanto prima un accordo che, allo stato attuale, non potrà mai disporre di risorse aggiuntive. In un secondo tempo sarebbe stato opportuno rivendicare l’immediata apertura del rinnovo contrattuale relativo al triennio 2025/2027. Infatti appena verrà sottoscritto il rinnovo, saremo da subito in vacanza contrattuale a causa della scelta di sottoscrivere i contratti alla fine del periodo di riferimento. Strategia, questa, che consente al governo di ottenere corposi risparmi a danno delle retribuzioni degli operatori del comparto sicurezza e difesa che assistono impotenti da anni alla costante erosione del potere di acquisto del proprio stipendio.

Concorso Vice Brigadieri

Le assegnazioni dei vincitori del concorso annuale per titoli ed esami per Vice Brigadiere sono sempre più problematiche. Come al solito la possibilità per gli interessati di rientrare nella propria sede di servizio è pressoché nulla.
Atteso che si tratta di avanzamenti che, di fatto, rappresentano un vero e proprio riconoscimento alla carriera svolta (molti militari infatti nei pochi anni di servizio rimastigli non avranno neppure il tempo di ricevere importanti incrementi economici) sarebbe opportuno prevedere il rientro nella sede di provenienza per tutti, modificando le piante organiche e annoverando nel ruolo appuntati e carabinieri anche i brigadieri entrati nel grado da “anziani”.
L’urgente necessità di superare il sistema attuale è evidenziata dall’ormai consueto alto numero di rinunce dei vincitori. Con buona pace del naturale desiderio di ogni lavoratore di veder riconosciuto il proprio valore e, di conseguenza, avanzare nella carriera e (perché no) avere un miglioramento, seppur contenuto, delle proprie possibilità economiche.

Cultura sindacale

Che nella compagine militare la cultura sindacale non fosse proprio la specialità della casa, lo abbiamo sempre sostenuto.
Alle nostre parole seguono purtroppo i fatti.
Pare siano state avviate le procedure per contestare la trattazione di “materie vietate” ad alcuni sindacati che, per assurdo, potrebbero vedersi revocata l’autorizzazione a svolgere la propria attività.
Nell’esprimere la massima solidarietà alle sigle investite da questa situazione, ci teniamo a sottolineare quanto il richiamarsi (forse a torto) al pedissequo rispetto delle regole mascheri solamente l’incapacità di avere un dialogo costruttivo con chi rappresenta il personale.
Vorremmo ricordare ai nostri vertici che i tempi sono cambiati e confidare nel silenzio, sinora ottenuto per timore di ripercussioni (su tutte il trasferimento), denuncia un anacronismo che condannerà le amministrazioni militari ad essere sempre dietro alle altre nel naturale processo di cambiamento ed evoluzione.
Generalmente il confronto è temuto da chi vuole nascondere qualcosa o da chi si vuol ergere al di sopra degli altri.
Elementi che contrastano con la tanto celebrata trasparenza oltre che con l’abolizione del reato di lesa maestà. Qualcuno forse ancora non lo ha capito.