NON PRENDETECI PER FESsI |
Con decisioni prese nelle segrete stanze, sono stati individuati i criteri di ripartizione delle risorse del FESI 2021 che non si discostano di molto da quelli adottati negli anni precedenti. Purtroppo la disparità di trattamento subita dai comandanti di Stazione Forestale sono sempre evidenti e tangibili e confermano che la specialità viene considerata di serie B. L’esclusione dalla indennità di comando prevista dal contratto non potrà essere certo compensata da 4 (quattro) euro che, peraltro, non consentono nemmeno di ricevere un ristoro pari a chi svolge servizio nelle centrali operative.
Dato per assodato che il Sindacato DEVE tutelare gli interessi collettivi risulta quantomeno vergognoso constatare come la pluralità delle associazioni di categoria, che dovrebbero tutelare i Carabinieri TUTTI, hanno taciuto rispetto a queste sperequazioni, eccezion fatta per qualcuno che si è addirittura spinto a lodare pubblicamente le scelte fatte. D’altronde sono gli stessi che hanno partecipato e accettato la trattativa sul FESI contribuendo a creare un obbrobrio in veste di delegato cocer.
Il FESI è la cartina tornasole della considerazione data ai Forestali dai sedicenti sindacocer che, ostinati, non sprecano una parola per le tantissime problematiche ancora da risolvere dopo oltre cinque anni dall’assorbimento.
A UN PASSO DAL CAOS? |
Nel mese di giugno abbiamo assistito attoniti ad ogni possibile declinazione della libertà interpretativa delle norme. Una libertà che, invero, non dovrebbe neanche esistere dato che le norme si dovrebbero applicare e non interpretare. Nonostante ciò ci troviamo spesso di fronte l’esercizio di un potere discrezionale, a nostro avviso eccessivo, dietro cui in molti sembrano volersi nascondere per attuare i soliti favoritismi che tanto male fanno alla gestione del personale.
Sono state ignorate norme a tutela della famiglia e delle fasce deboli in occasione dei seggi elettorali, sono state date libere interpretazioni riguardo la concessione di istituti contrattuali ancora (purtroppo) inesistenti come la flessibilità dell’orario, si sono applicate circolari anacronistiche ignorate dal 99% della catena di comando, sono state fatte forzature rispetto alle dotazioni organiche proprio dove gli esuberi hanno dimensioni elefantiache, si sono aggirati gli impieghi con trasferimenti temporanei strategicamente rinnovati all’infinito e, dulcis in fundo, si è fatto carta straccia di pareri autorevoli e ufficiali resi su esplicita richiesta.
Pare che l’Arma non riesca a darsi (e soprattutto a rispettare) linee guida chiare e definite, affidandosi al capo ufficio di turno, con tutto quello che ne può conseguire anche in merito a sviluppi che rischiano di sfociare in contenziosi accesi da militari che rivendicano lo stesso trattamento riservato ad altri.
D’altra parte se non si è in grado neanche di rispettare le regole che ci si è dati da soli o si sconfessa quanto disposto dal proprio Ufficio Legislativo, cosa si deve pensare?
Ma, oltre agli aspetti meramente giuridici, vogliamo evidenziare il senso di sbandamento del personale che vedendosi cambiare continuamente le regole in corsa perde fiducia in un’amministrazione che pare non riesca a garantire equità di trattamento per i propri dipendenti, in una deriva sempre più prossima al caos.
GETRA FORESTALE |
Mentre scriviamo sta per uscire la graduatoria relativa alla pianificazione annuale dei trasferimenti a domanda per il personale forestale. Sul vergognoso ritardo con cui la procedura è stata emanata ci siamo già espressi. Ci auguriamo che sia un segnale che indichi la volontà di abbandonare un sistema che per la realtà forestale non funziona, sia per i numeri organici che per i vincoli dettati. Auspichiamo che la mobilità forestale possa essere gestita in toto direttamente dal CUFA, magari mutuando le regole applicate nel soppresso CFS che garantivano una maggiore equità nelle procedure.
La GeTra di quest’anno comporterà la movimentazione di un numero di militari di poco inferiore a cento, se si escludono i trasferimenti già effettuati, in maniera inopportuna, durante l’espletamento della procedura, forse “per non dare nell’occhio”.
Come può essere definita efficace una procedura che non arriva a coinvolgere il 2% della forza?