UNA TANTUM |
Mentre si è provato ad abbattere il tetto massimo alle retribuzioni dei vertici delle amministrazioni del Comparto, ad oggi fermo a “soli” 240mila euro annui, il vergognoso ritardo nei pagamenti delle spettanze derivanti dal rinnovo contrattuale ha comportato un danno considerevole. Stiamo parlando di quei tanti agognati 350 euro lordi, che, con l’attuale tasso di inflazione oltre l’8%, hanno già perso, ancor prima di essere erogati, circa 20 euro di potere di acquisto . Per questo abbiamo scritto, interessando tra l’altro i ministeri competenti, affinché non si ritardi ulteriormente il pagamento delle spettanze agli aventi titolo.
Finalmente pare che qualcuno si sia messo la mano sulla coscienza, vista la recentissima comunicazione in cui si rende noto che ad ottobre si procederà con l‘erogazione dell’una tantum e a novembre con il resto delle spettanze. Attendiamo fiduciosi.
Resta il fatto che far passare come una gentile concessione il pagamento, con un inqualificabile ritardo, di quanto dovuto, è uno dei tanti tristi segnali della considerazione che la politica e la classe dirigente riservano al mondo militare.
NUOVE INDENNITÀ CONTRATTUALI |
Il nuovo contratto, oltre a prevedere l’una tantum, ha apportato sostanziali modifiche alle indennità, rivedendo gli importi di quelle già esistenti e aggiungendone di nuove.
Fra le nuove indennità introdotte, c’è quella relativa al controllo del territorio delle FFP ad ordinamento generale e in servizio permanente di Pubblica Sicurezza, che riguarderà quindi tutti i colleghi in servizio operativo sul territorio.
Gli importi, maturati già da gennaio 2022, verranno corrisposti, con gli arretrati, a far data dal prossimo novembre. La nuova indennità non sarà cumulabile con le indennità di missione e di ordine pubblico e gli importi saranno differenziati per i servizi serali e quelli notturni.
RISVEGLI |
Nell’ambito della prossima tornata elettorale è stato richiesto il coinvolgimento dei militari appartenenti alla specialità Forestale per svolgere il servizio di ordine pubblico presso i seggi, contrariamente a quanto avviene di solito sia per gli interpelli che per i servizi di qualsivoglia natura che vedono sistematicamente esclusi i forestali.
Finalmente stavolta sembra esser stato recepito dalla linea di comando del CUFA quanto ASSO.MIL. da sempre sostiene. Qualcuno infatti ha fatto propri i concetti che avevamo espresso in passato con note formali, che all’epoca furono biecamente e strumentalmente fraintese anche da chi, oggi, sembra essersi svegliato da un letargo fuori stagione.
Ci auguriamo che, anche alla luce di questo, si cominci a capire che solo il Sindacato può davvero tutelare gli interessi del Personale, conoscendone a fondo le problematiche e le aspettative.
OLTRE IL DANNO LA BEFFA |
Abbiamo scritto in più occasioni, anche nel precedente comunicato, a proposito della mancanza di ascolto da parte dei vertici delle disparate forme di malessere sofferte dal personale. Per questo rimaniamo allibiti e sdegnati nel venire a conoscenza che reiterare domande di trasferimento per evidenti e palesi problemi familiari possa addirittura avviare un procedimento disciplinare. Soprattutto quando siamo testimoni di “movimentazioni capricciose” del personale stabilite senza tener conto dei limiti della piante organiche, le stesse piante organiche che invece vengono sbattute in faccia quale motivo ostativo alle istanze di trasferimento presentate dai “figli di nessuno”.
Le regole, che presuppongono limiti per tutti, dovrebbero sempre essere applicate. Nei casi in cui le si possa (o voglia) forzare, almeno lo si faccia per favorire i casi più meritevoli di attenzione. Le parole con cui, purtroppo troppo spesso, si è costretti a commentare gesti estremi dei colleghi, suonerebbero, in questo modo, meno vuote ed ipocrite.
WHISTLEBLOWER |
La caparbietà di un militare della Capitaneria di Porto è servita a far riconoscere, finalmente, il diritto di criticare gli errori di una catena di comando troppo spesso convinta della propria impunibilità. Il militare o l’appartenente alle forze di polizia è infatti prima di tutto un dipendente della Pubblica Amministrazione e quindi soggetto a pieno titolo della normativa in materia di whistleblowing.
Questo è quanto ha disposto l’Autorità Anticorruzione con la delibera n. 311 del 21 giugno 2022.
Se sinora si era perseguito chi segnalava irregolarità da parte della dirigenza, secondo un principio discutibilissimo per cui in questo modo si metteva in cattiva luce la propria amministrazione, finalmente si comincia a capire che deve essere perseguito chi davvero reca danni di immagine con i propri comportamenti e con le proprie scelte discutibili. Finalmente chi cercherà, dal basso, di far emergere questi comportamenti, o nei casi più gravi, chi tenterà di scoperchiare malaffari ed illegalità, sarà più tutelato.
E’ l’inizio di una nuova era dove le politiche clientelari troveranno sempre meno spazio e chi è chiamato a prendere decisioni dovrà farlo solo ed unicamente nell’interesse della Pubblica Amministrazione.
Purtroppo però la strada è ancora lunga per raggiungere livelli di trasparenza che in altri Paesi rappresentano la normalità.
Per questo ASSO.MIL. ha deciso di offrire assistenza legale gratuita a chiunque ritenga di dover denunciare situazioni di malaffare perpetrate da chi avrebbe l’onere e l’onore del comando e che invece continua a credere ancora di poter piegare ai suoi interessi la gestione della cosa pubblica.