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OTTOBRE FORESTALE

In passato, e fine allo scorso anno, ottobre era il mese più caro ai forestali per via della ricorrenza della fondazione del Corpo, celebrata finora anche dopo l’assorbimento nell’Arma dei Carabinieri .
Quest’anno invece nessuna celebrazione, probabilmente a causa degli svariati impegni dei vertici che non hanno quindi ritenuto importante ricordare il giorno in cui il Corpo forestale dello Stato è stato istituito
Ma l’ottobre del 2024 verrà comunque ricordato per le attenzioni che in molti hanno riservato ai forestali, soprattutto nel mondo sindacale dove ci stiamo, nostro malgrado, ritrovando ad assistere ad una soap opera di dubbio gusto.
Dopo aver sollevato gli animi dei forestali con la richiesta della soppressione dell’indennità di alta montagna, alcune sigle hanno cercato di correre ai ripari. Chi ha parlato di richiesta provocatoria (ma si sono guardati bene di farne di simili rivolte ad altre specialità), chi ha smentito a livello regionale la propria segreteria nazionale, chi ha strumentalizzato il fatto di non essere fra i firmatari della proposta, dimenticandosi che le poche proposte rivendicate sono sempre state contro gli interessi dei forestali.
A dir poco imbarazzanti gli atteggiamenti delle sigle che, nel bieco tentativo di salvare la faccia, oggi riscoprono l’esistenza di appartenenti ad una specialità che fino ad oggi è stata sempre penalizzata dalle posizioni della Rappresentanza Militare prima e poi dalle posizioni dei “sindacati”, come abbiamo avuto modo di specificare nei precedenti comunicati.
Ma questo ottobre sarà contraddistinto dalla pronuncia della CEDU sul ricorso presentato da un migliaio di forestali contro la militarizzazione coatta: il prossimo giovedì 24 ottobre sapremo cosa deciderà l’alta Corte Europea.
E vogliamo credere che se il tutto avviene proprio ad ottobre, mese caro ai forestali, sia un buon auspicio.

ATTIVITÀ ASSO.MIL.

Contrariamente a quanto video-comunicato da qualche illuminato sindacalista “denoartri”, l’attività sindacale può essere svolta anche dalle sigle che ancora non hanno raggiunto il traguardo della rappresentatività, come appunto Asso.Mil.
Le nostre battaglie, magari non sbandierate sullo stile di alcuni venditori di pentole, sono mirate all’interesse comune come, ad esempio, aver portato alla Corte Europea la questione della previdenza complementare, unica sigla a fare un passo del genere.
Da non dimenticare che in Asso.Mil. si ritrovano tutti i promotori del ricorso in Europa per la militarizzazione coatta, oltre alle decine e decine di vertenze per i forestali che spesso hanno prodotto tangibili risultati.
Sinora ci siamo concentrati su tematiche afferenti la specialità forestale, ambiente conosciuto dalla nostra dirigenza sindacale per motivi di provenienza, trovando riconoscimenti anche nei colleghi della territoriale che, dandoci fiducia e ritrovandosi nei nostri principi, hanno scelto di unirsi a noi.
Con l’ingresso degli amici Bruno e Paolo avremo due validissimi punti di riferimento per tutti i carabinieri del ruolo normale oltre ad avere due veri e propri guru in materie delicate quali la disciplina e la gestione delle cause di servizio.
La soglia della rappresentatività non basta per tutelare adeguatamente i Carabinieri e le trattative per il rinnovo contrattuale stanno dimostrando che senza le dovute competenze i rischi di fare danni sono elevatissimi.
Noi offriamo una reale assistenza sindacale e confidiamo nell’intelligenza dei colleghi per capire che dietro ai tanti spot offerti nel caldo mese di ottobre spesso si nasconde ben altro.

CONCORSO VICE BRIGADIERI

Il concorso da vice brigadieri fa sempre parlare, soprattutto per quanto riguarda le assegnazioni dei vincitori appartenenti alla specialità forestale.
Ma che tale procedura fosse gestita in maniera a dir poco discutibile dal CUFA lo diciamo e lo segnaliamo da anni, con l’unico risultato di essere etichettati come rompiscatole.
Già un paio di anni fa assistemmo ad un cambio di regole in corsa che non fu nemmeno comunicato a tutti i potenziali interessati. Con un po’ di malizia si sarebbe potuto pensare che fosse stato concepito per favorire poche persone, stante il fatto che il cambio intervenuto smentiva un parere a firma di un generale di brigata dell’ufficio legislazione del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri con una nota a firma di un colonnello.
Successivamente abbiamo assistito ad aggiramenti delle regole e addirittura di note a firma del Sig. Comandante Generale per consentire impieghi non previsti, magari facendo risultare cose diverse da quelle reali, e confermando che quando si vuole tutto è possibile.
Oggi, fortunatamente, la questione pare essere stata presa in carico anche da altre sigle sindacali che, lamentando la politica delle assegnazioni, evidenziano il malumore degli interessati.
D’altra parte non pare ci siano garanzie di trasparenza quando riappaiono posti disponibili in sedi appetibili o quando non si riesce a dare la giusta interpretazione a passaggi cristallini del bando concorsuale, evidenziando che le regole a volte si applicano e altre volte si interpretano secondo i propri comodi.
Da sempre abbiamo proposto il rientro nella sede di provenienza per i vincitori del concorso per titoli, anche modificando la pianta organica e prevedendo che il ruolo appuntati e carabinieri possa essere implementato con i “brigadieri anziani”, anche mettendo fuori pianta organica quei brigadieri che sono diventati tali a fine carriera.
È comunque svilente sapere che esistono uffici che possono permettersi di aggirare regole e ordini del Comandante Generale: è sempre più difficile credere alla serietà di un’amministrazione che opera in questa maniera, soprattutto per chi ci è stato catapultato senza averlo scelto!

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