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Rinnovo contrattuale

Avevamo anticipato che la sottoscrizione del rinnovo contrattuale sarebbe avvenuta dopo il 31 ottobre: una mossa strategica, messa in atto dalle APCSM rappresentative, per evitare possibili cancellazioni degli iscritti delusi.
E così è stato!
Ma mentre i sindacati di polizia ad ordinamento civile erano già pronti ad inizio novembre a chiudere questa tornata di trattative con il governo, i sindacati delle FFAA e delle Forze di polizia ad ordinamento militare hanno dimostrato tutta la loro inesperienza, e forse anche incompetenza, nell’allungare ulteriormente i tempi, avanzando richieste impercorribili a fronte delle limitate risorse economiche disponibili in finanziaria.
Probabilmente la sottoscrizione avverrà a giorni e gli adeguamenti stipendiali partiranno dalla busta paga di gennaio, salvo ulteriori ritardi.
Non ci saranno grandi sorprese né a livello economico, né a livello normativo.
Di fatto non ci sono stati variazioni sostanziali rispetto a quanto già previsto a luglio, a dimostrazione che il tempo bruciato in chiacchiere vuote è servito solo a ritardare un minimo di ristoro al personale.
La separazione dei tavoli di contrattazione, vista come una conquista, si è rivelata in realtà un boomerang perché non è stato possibile avvalersi di esperienza e competenza di chi è abituato a sedere ai tavoli di contrattazione e non di concertazione. Ma anche questo lo abbiamo ripetuto da sempre.
Quando le risorse economiche sono inadeguate la trattativa dovrebbe essere spostata su proposte normative a costo zero (tutela della genitorialità, orario di lavoro, gestione delle assenze ecc.) ma, come era prevedibile, il basso livello delle delegazioni trattanti ha fatto perdere un’importante occasione.
Purtroppo temiamo che dalla separazione dei tavoli di contrattazione potranno derivare solo ulteriori penalizzazioni sulle modalità di trattativa che danneggeranno ancor di più i militari, specie se rappresentati in maniera così scarsa.

Mercimonio di sindacalisti

La mission di ogni sindacalista dovrebbe essere quella di anteporre l’interesse collettivo alle proprie ambizioni.
Purtroppo spesso accade che qualcuno cerchi tramite il sindacato benefici che difficilmente potrebbero essere garantiti in altro modo.
Le prerogative sindacali sono diventate uno strumento di compravendita con cui si reclutano “sindacalisti” che preferiscono facili percorsi finalizzati ai propri interessi anziché lottare per idee con le quali si sono riempiti la bocca sino a pochi minuti prima.
In un mondo dove etica e correttezza sono valori rari, dobbiamo prendere atto che la natura umana è sempre più soggetta a svendite di dignità e identità. Salutiamo quindi senza troppi rimpianti coloro che stanno usando gli iscritti come una dote o merce di scambio volta alla finalizzazione delle proprie mire personali