Trasparenza intermittente |
Nonostante sia oramai conclamato che ogni Pubblica Amministrazione debba essere trasparente in ogni attività che svolge, in modo da togliere al cittadino/utente/contribuente ogni possibile retro pensiero, pare che l’Arma dei Carabinieri applichi la “trasparenza” con una certa intermittenza.
Recentemente sono stati pubblicati in rete (da un noto canale che tratta argomenti relativi al comparto sicurezza) i nominativi dei neo promossi al grado di generale di brigata ma, come spesso accade quando trattasi di appartenenti alla specialità forestale, non è stato reso noto il nome del neo generale della specialità forestale, ribadendo ancora una volta l’”attenzione” riservata ai forestali.
E, nel parlare di dubbia trasparenza non possiamo esimerci dall’evidenziare come in occasione dei concorsi interni spesso non siano resi noti i criteri per l’avanzamento e le graduatorie definitive, contrariamente a quanto avviene in ogni altra pubblica amministrazione.
Sostenere che serva un formale accesso agli atti per avere disponibilità di informazioni che tutte le amministrazioni rendono normalmente pubbliche, fa porre seri interrogativi sulla presunta casa di vetro di cui tanti parlano. Ci si dimentica spesso infatti, che ogni vetro, per essere trasparente, deve essere pulito e mantenuto tale.
Forestali creduloni |
Con un rinnovo contrattuale che ancora deve essere ufficializzato con la relativa pubblicazione e di cui evidenzieremo le criticità con la Federazione Sindacale Carabinieri, stiamo assistendo all’ennesima porcata perpetrata nei confronti dei forestali per mano di “sindacalisti”, presunti esperti di trattative contrattuali.
Tre sigle a guida di ex cocer hanno presentato una vergognosa proposta per la ripartizione del FESI che, chiaramente, non tiene minimamente conto dei forestali e, anzi, li umilia e li offende.
La “famosa” indennità di alta montagna, che tanto ha fatto parlare, è divenuta ora una rivendicazione affinché con le risorse del FESI possa essere riconosciuta, giustamente, anche a militari non appartenenti alla specialità.
Peccato non sia stato proposto di fare altrettanto con le indennità di comando dalle quali ad oggi sono ancora esclusi i Comandanti dei Nuclei forestali, prevedendo però un’equiparazione per i comandi di tutte le altre strutture, rimangiandosi le garanzie offerte ai soliti creduloni.
Queste sigle stanno, tra l’altro, proponendo di indennizzare una serie di figure, nessuna delle quali all’interno della specialità forestale, chiedendo addirittura di rivedere tutto l’impianto FESI, anche nelle parti che tutelava alcune professionalità di interesse per la specialità: ai forestali solo l’indennità per presenza giornaliera!
Complimenti ai forestali iscritti a queste sigle: il masochismo è una libera scelta ma dando forza a certe APCSM state trascinando anche altri colleghi in situazioni a dir poco vergognose.