INCONTRO CON IL COMANDANTE GENERALE |
Si è tenuto ieri l’incontro fra il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi e i segretari generali delle APCSM iscritte all’albo ministeriale. ASSO.MIL è riuscita a partecipare per il rotto della cuffia dato che per ottenere l’iscrizione, arrivata il 6 marzo scorso, si è dovuto aspettare ben otto mesi, unica APCSM a subire un ritardo del genere. Cui si dovrebbero aggiungere gli altri 17 mesi attesi per ottenere l’autorizzazione ministeriale. Verrebbe quasi da pensare che, forse, ci sia una volontà ostativa da parte dello Stato Maggiore della Difesa nei confronti di chi ha vera esperienza sindacale.
La riunione, alla quale hanno partecipato alti ufficiali dell’Arma, è servita soprattutto per fare il punto della situazione sul processo di sindacalizzazione e sui suoi relativi sviluppi futuri.
La possibilità di intervento data ai segretari generali (tre su nove hanno preferito tacere) è stata sfruttata da ASSO.MIL. per evidenziare come stenti a decollare una vera cultura sindacale. Troppi ancora ritengono il sindacato nient’altro che una riedizione della vecchia Rappresentanza Militare sotto nuove vesti. Altri invece pare vogliano utilizzare il sindacato per alzare barricate a priori. Il presidente ASSO.MIL. ha ribadito che il sindacato deve essere in primo luogo uno strumento di confronto e di crescita per tutti, il cui scopo sia sempre cercare di migliorare le condizioni lavorative del personale tramite una discussione costruttiva. Quando infatti un’Amministrazione garantisce il benessere di chi vi lavora, essa è la prima a trarne beneficio. Va da sé che con questa premessa è inevitabile che si crei un circolo virtuoso di supporto reciproco.
È stato evidenziato inoltre come continui a serpeggiare il malessere fra molti forestali causato dalla militarizzazione, argomento questo su cui pare si voglia far finta di nulla, nonostante i numeri dimostrino una crescita del numero di persone che preferiscono farsi riformare, entrando così nei ruoli civili della Difesa, piuttosto che rimanere nella condizione giuridica di militare.
Si è lamentato l’eccessivo utilizzo dello strumento disciplinare da parte di molti ex funzionari CFS che ritengono forse, in questo modo, di dimostrare alla catena di comando di saper mantenere il pugno di ferro con i propri addetti, sperando di suscitarne così l’apprezzamento.
Particolare attenzione è stata posta anche sul fatto che in alcune realtà, tramite lo strumento delle ripercussioni disciplinari, si stia tentando di mettere a tacere chi prova a far presente le problematiche lavorative, anche se titolato a rappresentare il personale. Ad oggi ci sono già diversi dirigenti sindacali che stanno pagando a caro prezzo il
tentativo di onorare di fronte gli iscritti il proprio ruolo. Non da ultimo, lo stesso Presidente di ASSO.MIL..
Nonostante il Comandante Generale si sia dimostrato molto aperto e disponibile al cambiamento, è innegabile che moltissima strada deve essere ancora fatta da entrambe le parti.
Curioso come, nonostante i proclami sui social, solo un sindacato oltre ASSO.MIL. abbia perorato la causa della specialità forestale.
Doveroso un appunto sulla questione di coloro che sfruttano il mandato di delegato RM per fare proselitismo sindacale: nonostante le garanzie offerte dal Comandante infatti, abbiamo ribadito che siamo a conoscenza di delegati della Rappresentanza che garantiscono il loro servizio solo in favore dei propri iscritti. Sono mesi che denunciamo queste scorrettezze, ma pare che nulla ancora si muova.
La strada è ancora lunga ma, come il Sig. Comandante ha ribadito, è un nostro dovere tracciarla per il bene delle future generazioni di Carabinieri.