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Legge sui Sindacati militari

Con l’odierno licenziamento da parte del Senato del ddl 1893 “Norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo” sembra non ci siano più i margini per tamponare questa aberrazione normativa con la quale si vorrebbe far credere di aver concesso i diritti sindacali ai militari. Il testo di legge presenta tantissime criticità che erano state già evidenziate con ogni mezzo: congressi a cui hanno partecipato anche alcuni rappresentanti del mondo politico (Stati Generali del 13 e 14 luglio scorso), rapporti diretti per vie ufficiose, lettere congiunte sottoscritte da più sigle (sul sito l’ultima a firma di 18 sigle) in cui si era evidenziato che la materia non può essere affrontata in questo modo, dato che sarebbe già ampiamente disciplinata dallo Statuto dei Lavoratori (e i militari sono LAVORATORI!!) e da norme esistenti a cui sarebbe bastato apporre poche modifiche (D.Lgs. 195/95 che regola l’attività sindacale nelle Forze di Polizia ad ordinamento civile). Il ddl. sembra infatti peggiorare l’attuale esperienza fallimentare della Rappresentanza Militare,
utile solo a chi la compone e tanto cara alla linea di Comando.
Il rischi sono molteplici: da un lato i militari potrebbero veder diminuire i loro diritti in maniera significativa, dall’altro le neonate associazioni che vorrebbero tutelare il personale non potranno farlo in modo adeguato a causa dei limiti normativi dell’attuale disegno di legge. Il prevedibile e nefasto risultato sarà che un militare che riterrà leso un suo diritto, non potrà far altro che andare incontro a spese ingenti per vederlo riconosciuto dinanzi il TAR.
Di sicuro inizierà una stagione di contenziosi per rivendicare parità di diritti per i Lavoratori Militari, sempre più servi e sempre meno servitori.
Mai come ora è necessario sostenere il Sindacato e dar così modo e forza a chi sa davvero tutelare il personale, nell’interesse di tutti i Colleghi per garantir loro la dignità che, un pezzo per volta, viene tolta.

La fine di un pozzo senza fine

Nonostante una legge che si preannuncia pessima, riusciamo a coglierne un lato positivo: la fine della Rappresentanza Militare! Un Organismo che costa allo Stato (e quindi ai contribuenti) milioni di euro all’anno senza che faccia niente di apprezzabile in favore del personale. Una sorta di Sindacato Giallo che certo non può mettersi contro il proprio datore di lavoro, rappresentandone un’appendice ed essendo dallo stesso direttamente foraggiato.
Sarà forse per questo che i sindacoceristi (delegati cocer riciclatisi ora in sindacati propri) non hanno mai aderito alle nostre lotte per migliorare la legge ora al vaglio della Camera. Probabilmente non è un loro interesse abbandonare uno status quo che li vede ancora privilegiati in tanti, troppi aspetti. Dopo aver detto ogni nefandezza a proposito dei sindacati non ce ne è uno di questi figuri che non ne sia entrato a far parte, prova evidente che alcuni uomini non da ideali o convinzioni sono mossi, ma solo dalla difesa delle proprie convenienze.
Ma il tempo è galantuomo, ed assieme vedremo come andranno le cose.

Un menefreghismo vergognoso

Il triste tema dei suicidi è sempre attuale e pare che nessuno voglia affrontare il problema, probabilmente perché troppo scottante. Nonostante ciò i neo sindacati militari si stanno attivando per fare fronte comune alla ricerca di possibili strategie per contrastare il fenomeno.
È singolare come a queste importantissime iniziative non partecipino, nonostante invitati, coloro che dovrebbero rappresentare a livello centrale il personale. Immaginiamo siamo oberati da questioni molto più importanti: occuparsi della loro neo poltrona di sindacalista. Ancora una volta siamo costretti a sottolineare che la Rappresentanza Militare
non è in grado di colmare la distanza fra il personale e il vertice, specie se qualche suo membro si dedica principalmente alla propria auto promozione, anche registrando videomessaggi di dubbio gusto in cui non nasconde nemmeno la commistione fra i distinti ruoli rivestiti.
Noi ci siamo sempre adoperati per cercare di dare il nostro, pur piccolo, contributo ma pare proprio che il classico atteggiamento degli struzzi, nascondere la testa sotto la sabbia, abbia insegnato molto a tanti.

Concorsi interni

Non abbiamo fatto in tempo a lamentare il trattamento diversificato dai Forestali che la gestione del concorso interno per vice brigadieri ha dato immediata conferma delle nostre rimostranze.
Abbiamo scritto al Comando Generale (sul sito la nota) per evidenziare come i posti messi a disposizione nell’aliquota riservata al Ruolo Forestale penalizzasse oltremodo i Forestali ma, sicuramente, si continuerà a fare orecchie da mercante.
Oramai è chiaro che dei Forestali ci si occupa solo quando si deve fare bella figura in tv in occasione di operazioni importanti, portate brillantemente a termine solo grazie all’esperienza maturata nel Corpo forestale dello Stato.
Se non vogliamo essere sempre più ghettizzati dobbiamo dar forza al Sindacato affinché possa rivendicare in maniera forte e risoluta un trattamento dignitoso e paritetico a quello riservato agli altri.

Caschi Verdi

E’ iniziato il periodo formativo della TASK FORCE denominata “UNITE4ENVIRONMENT – CASCHI VERDI per L’UNESCO che verrà impiegata all’estero con scopi ancora non meglio precisati, probabilmente per finalità formative oltreconfine di altre forze di polizia.
Purtroppo la selezione dei candidati pare essere avvenuta in maniera discutibile, tant’è che, quando abbiamo appreso l’elenco dei prescelti, alcuni dei quali nemmeno militari, ci siamo trovati costretti a scrivere al Comando Generale (sul sito la nota) e ad interessare anche lo Stato Maggiore della Difesa.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca e, nella fattispecie, di retro pensieri ne possono venir fatti quanti ne vogliamo.
Con un Sindacato forte e rappresentativo le scelte relative al personale verrebbero fatte in maniera trasparente, addirittura facendolo partecipare sia nel momento della definizione dei criteri che in quello della valutazione dei candidati.
Ma nel medioevo sindacale in cui stiamo tornando, senza un reale coinvolgimento di tutti, sarà difficile contrastare abusi e clientelismo che spesso purtroppo contraddistinguono la pubblica amministrazione.

Fate la scelta giusta

Che i Forestali siano continuamente ghettizzati è oramai un dato di fatto!
Che alcuni Forestali credano di poter essere rappresentati da sindacati che non hanno mai mosso un dito a difesa dei Forestali stessi è sconcertante.
Ancora non riusciamo a capire cosa possano aver promesso ai Forestali questi novelli sindacalisti, già delegati cocer, meglio identificati come sindacoceristi, che in 5 anni non hanno fatto nulla per la nostra tutela.
La miopia di questi figuri era chiara già nel momento dell’assorbimento quando, anziché cercare di mutuare per tutti i Carabinieri le conquiste ottenute dai Forestali con le lotte sindacali, pensarono bene di livellare tutti al ribasso, andando a togliere istituti contrattuali (badate bene, non favori!!!) ottenuti con fatica.
In un panorama che si sta delineando sempre più difficile per poter rivendicare i propri diritti, sarà imprescindibile avere una tutela sindacale: tocca solo fare la scelta giusta ed essere consapevoli delle relative conseguenze.

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