Sul portale istituzionale è stato divulgato il progetto di rimodulazione dell’organizzazione F.A.A. che prevede l’accorpamento di 15 Gruppi CC forestali, sei con decorrenza dal prossimo 10 gennaio 2022 e i restanti nove entro il 30 settembre 2023.
Fermo restando che, per quanto si possa giocare con le parole, trattasi di vere e proprie soppressioni di presidi territoriali, si vogliono rilevare alcuni aspetti degni di attenzione.
Va innanzitutto evidenziato che se ci fosse stata la reale intenzione di mantenere inalterati gli attuali livelli di presidio del territorio, l’Arma dei Carabinieri avrebbe potuto destinare al Ruolo Forestale un numero sensibilmente maggiore di nuove unità, visto che l’articolo 14 del D.Lgs. 177/2016 prevede un limite minimo del 4% ma non un numero massimo. Tale scelta, dunque, potrebbe apparire figlia di un processo di ridimensionamento già definito da tempo, oppure – ipotesi forse anche peggiore – il frutto di una scelta assai più di comodo: accorpare le sedi in sofferenza di organico anziché potenziarle.
Anche le ripercussioni sul personale coinvolto nel processo di riorganizzazione non possono essere sottaciute; i militari in forza alle strutture che saranno accorpate, infatti, dovranno trasformare radicalmente la propria attività lavorativa, poiché è previsto che vengano reimpiegati, anche in soprannumero, esclusivamente presso reparti operativi. Non si capisce perché le stesse possibilità date agli appartenenti ai ruoli dei Periti/Revisori/Operatori/Collaboratori non possano essere estese a tutti, atteso che trattasi di figure professionali in possesso delle medesime qualifiche di P.G. e P.S., della stessa retribuzione e, sostanzialmente, che hanno svolto sempre attività amministrativa.
Ultimo aspetto, ma forse il più importante, riguarda l’aggiramento delle previsioni di cui al comma 6 dell’articolo 18 del già citato D.Lgs. 177/2016 che impongono, sino al 2024, il coinvolgimento sinergico di una serie di enti dello Stato, tenuti a pronunciarsi formalmente, che invece non sono stati minimamente coinvolti per quanto è dato sapere.
Per quanto sopra, oltre a prendere atto dell’abdicazione dell’Arma in merito ai presidi forestali, auspicando che le soluzioni prospettate vengano riviste prima che diventino efficaci e che, nella peggiore delle ipotesi, non vengano replicate in futuro, la scrivente APCSM chiede di essere coinvolta nelle decisioni che riguarderanno l’impiego dei colleghi interessati, anche per evitare disparità di trattamento, qualsiasi sia il Ruolo Forestale di provenienza.
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