(Sci/Adnkronos) – “Domani in Commissione Difesa del Senato ci sarà la discussione del testo, in sede referente, si espliciteranno i vari emendamenti e si saprà che fine farà questa legge e se sarà o meno rivista”. Lo afferma all’Adnkronos Giuseppe Pesciaioli, portavoce di Assodipro, Associazione Solidarieta’ Diritto e Progresso, bollando come “improponibile” il ddl sulla libertà sindacale del personale militare in discussione e spiegando che Assodipro e 18 sigle sindacali militari sono pronte a “protestare nelle forme democratiche”. Assodipro ha promosso, oggi e domani a Roma, i primi Stati Generali dei Sindacati militari uniti. L’evento, aperto a tutte le parti sociali e istituzionali, è nato proprio per un confronto di merito sul ddl 1893, il disegno di legge che dovrà istituire i sindacati per le Forze Armate e di Polizia ad ordinamento militare. Ad aderite le sigle Silme Esercito, Nsc, Sinag, Scudo, Siam, Unarma, Silf, Silca, Silmm, Silma, Sinafi, Siamo Esercito, Assodipromil, Lrm, Usif, Assomil, Usmia, Sim Marina. “Non ci interessano le promesse. Non staremo più a guardare, non andremo più nelle Commissioni Difesa a parlare perché ci siamo stati con un nulla di fatto”, continua Pesciaioli spiegando che, se le osservazioni sollevate sul ddl non saranno accolte, Assodipro accanto alle 18 sigle sindacali è pronta ad iniziative di protesta.
“La politica ci ha presi in giro – sottolinea ancora il portavoce di ASSODIPRO – C’è consapevolezza dei propri compiti, non rimarremo fermi ad aspettare di essere relegati a meri spettatori. Siamo lavoratori, ancorché particolari, e abbiamo il diritto di tutelarci nelle nostre funzioni, non possiamo restare schiacciati dalla logiche dei tribunali militari”. La richiesta è quella di essere messi in condizione di “contrattare con il governo le condizioni di lavoro – conclude Pesciaioli – I Capi di Stato Maggiore non possono sostituirsi alle rivendicazioni legittime del personale che loro governano. Deve esserci una volta per tutte la condizione che identifica le parti e ogni parte deve avere il proprio ruolo”.