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FESTA DELLE DONNE

Nella giornata a loro dedicata, ci teniamo a fare un particolare saluto alle nostre colleghe in divisa. Ancora oggi, nell’Arma, le donne, quando sono madri, mogli, compagne, sono chiamate ad un ulteriore sacrificio per poter fare ciò che in teoria il primo articolo della nostra Costituzione, su cui abbiamo giurato, garantisce: LAVORARE.
Facciamo quindi un augurio alle donne, quelle lontane. Quelle che per servire il proprio Paese sono costrette a vivere distanti dalla propria famiglia, dai propri genitori, dai propri figli e dai propri affetti. Un augurio a quelle donne che viceversa hanno il proprio marito, compagno, papà che fa il Carabiniere e non torna a casa tutte le sere, perché lavora in qualche remoto punto indicato sulla cartina geografica.
Facciamo un augurio alle donne vicine, quelle che fanno periodicamente le valigie assieme ai nostri colleghi, mandati in giro come trottole per tutta l’Italia. Donne che ogni volta devono ricominciare da zero, donne che spesso devono rinunciare al proprio impiego. Facciamo un augurio a quelle figlie che periodicamente cambiano scuole, maestri, professori, amicizie.
Siamo un Sindacato e, seppur con i pochi strumenti che abbiamo ancora a disposizione, abbiamo il dovere di insistere sulla necessità di un totale ripensamento delle politiche familiari. La situazione attuale spesso penalizza le donne costrette a dover rinunciare ad avanzamenti di carriera e a ruoli apicali per far fronte da sole e senza strumenti regolamentari (congedi retribuiti dedicati, tanto per fare un esempio banale) alle tante, svariate, imprevedibili necessità della propria famiglia. Oggi più che mai è tempo di chiedere un passo in avanti, verso il futuro, alla nostra Amministrazione, ancora marcatamente (ed anacronisticamente) paternalistica.
Quando i Forestali sono stati assorbiti nell’Arma dei Carabinieri, non hanno portato solo una, ahinoi, oramai poco riconosciuta professionalità. Le prime donne all’apice di ogni ruolo sono eredità del Corpo forestale dello Stato, come testimoniato, ad esempio, delle prime quattro donne Generale dell’Arma dei Carabinieri che sono ex forestali. Lo scriviamo con orgoglio.
Un altro segno tangibile, questo, della modernità che contraddistingueva un’Amministrazione snella e al passo coi tempi. Cancellata con un colpo di spugna.

VASI COMUNICANTI

L’accorpamento di alcuni Gruppi CC Forestali, di cui abbiamo già abbondantemente parlato, sta continuando a generare diversi problemi, soprattutto in merito alla riorganizzazione delle competenze. Non trovare la quadra dopo quasi due mesi dalla chiusura dei primi sei Gruppi è indicativo della superficialità con cui viene gestita la specialità forestale e della bassa considerazione in cui sono tenuti i colleghi che ne fanno parte.
Detto questo, ricordiamo che la soppressione dei Gruppi consentirà di recuperare delle posizioni di impiego che, se non adeguatamente ripartite in altre strutture forestali, saranno sicuramente utilizzate per implementare le altre specialità della Benemerita che evidentemente godono di maggior lustro agli occhi dei vertici.
Sicuramente sarà un caso che le posizioni di impiego recuperate con la chiusura di 15 Gruppi forestali coincidano con l’incremento organico del NOE, stabilito con il decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, e, in particolare, l’art. 19, commi 3 e 4.
Giustissimo implementare il NOE, forse un po’ meno farlo a scapito delle risorse organiche dalla specialità forestale. Ma le nostre, del resto, sono solo congetture e non vediamo l’ora che vengano smentite dai vertici dell’Arma.
Per questo abbiamo scritto anche su questo tema al Comando Generale, dimostrando un vero interesse nei confronti dei Forestali.
Riguardo il personale proveniente dal C.F.S. la Rappresentanza Militare tace, mentre alcuni sindacati (così si definiscono) cercano saltuariamente di blandirne le attenzioni, con il solo fine di guadagnare qualche adesione in più. Peccato che spesso, per raggiungere tale scopo, non possano far altro che scimmiottare le nostre vertenze.

SPENDING REVIEW O “SPENDI DEPPIÚ”?

L’assorbimento del CFS nell’Arma dei Carabinieri è stato giustificato perché necessario e indispensabile al contenimento della spesa pubblica. Abbiamo ancora qualche difficoltà a capire da dove sarebbero derivati questi risparmi. In più occasioni è stato infatti ampiamente dimostrato che gli obiettivi programmati non sono stati lontanamente raggiunti, anzi, alcune analisi complete e dettagliate (e condivisibili) dimostrano come dall’accorpamento siano derivati significativi aggravi della spesa.
Non è questa la sede per riportare calcoli elaborati (e talvolta strumentalizzabili); noi dal 2017 ad ora abbiamo avuto modo di saggiare direttamente le differenze fra la gestione forestale e quella dell’Arma, soprattutto per quanto concerne alcuni acquisti “indispensabili”.
Abbiamo assistito ad un ricambio continuo degli arredi, rottamando talvolta quelli ancora utilizzabili o acquistandone senza sapere dove allocarli, all’acquisto di un numero non meglio precisato di megatelevisori dati in dotazione ai vari capiufficio; sono stati comprati poggiapiedi e carrellini porta pc. Non ci si è fatti mancare niente, nemmeno nel settore della “ristorazione”: frigo bar, forni a microonde e carrelli portavivande (utilizzati come portadocumenti?).
E chissà quanto altro ci è sfuggito in questi cinque anni. Tale gestione, non propriamente definibile “economica”, pare non risentire minimamente della crisi, ma al contrario, ci chiediamo se non abbia come ambizioso obiettivo finale un fortissimo contributo al rilancio dell’economia.
Non ci siamo fatti mancare nemmeno opere infrastrutturali, ricorrenti pressoché ad ogni cambio di vertice: requisizione dei servizi, modifica delle destinazioni d’uso dei locali, sino ad arrivare anche alla posa in opera di parquet la cui necessità si stenta a capire. Speriamo che tutte queste modifiche siano sempre gradite dai successori altrimenti saremo in presenza di cantieri senza fine, quasi a voler testimoniare il proprio passaggio in determinati uffici.
Ci auguriamo che un po’ di risorse vengano impegnate anche per la “truppa”, spesso in difficoltà per carenze strutturali che potrebbero essere compensate con impegni economici molto più contenuti di tanti altri che non sembrano caratterizzati da esigenze impellenti.

ATTIVITÀ ASSOMIL

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